Erased : cambiare il passato per cambiare se stessi


VOTO:7



Erased non solo un giallo con viaggi nel tempo ed effetti farfalla, ma qualcosa di più profondo che si riesce a leggere solo tra le righe, nelle sfumature dei dialoghi e le riflessioni del protagonista. Satoru è un mangaka irrealizzato che non riesce ad esprimere se stesso e le proprie emozioni. Sia nei suoi lavori che vengono rifiutati perché privi di personalità, sia nei rapporti umani dove non comprende le attenzioni di una ragazza mostrando sempre un atteggiamento impassibile. Satoru si accorge di avere un particolare dono chiamato Revival , che in caso di pericolo gli permette di tornare indietro nel tempo a pochi istanti prima, dandogli la possibilità di cambiare le cose. Un giorno, però, Satoru, dopo essere tornato a casa, trova sua madre morta per terra e, avvistato dalla polizia, viene dato per colpevole del crimine. In quel momento inconsciamente attiva il suo potere e dal 2006 viene catapultato a sorpresa nel 1988, quando frequentava ancora le elementari. Satoru decide quindi di sfruttare l'occasione per salvare la vita a Kayo Hinazuki, sua vecchia compagna di classe dal carattere solitario, che all'improvviso sparì nel periodo in cui lo stesso killer di sua madre rapì e uccise tre bambini facendo incriminare un suo amico. Adesso Satoru nel suo corpo da bambino ma più maturo e con gli occhi d' adulto riuscirà a comprendere e a capire molte cose che gli erano del tutto sfuggite (in tutti sensi), e mano a mano cercando di salvare Kayo riuscirà a salvare anche se stesso (in senso figurativo).

American Kingdom : recensione di una famiglia di criminali


VOTO:8



Da grande appassionato di basket di tanto in tanto mi capita di guardare qualche partita nba sul canale americano TNT ed è oramai da anni una costate negli intervalli pubblicitari la presenza  di questa serie (d'altronde è il canale che distribuisce la serie in america). Sono sempre stato incuriosito, ma per un motivo o per un altro non l'ho mai iniziata. Poi vado a vedere e scopro che esiste un film da cui è tratta la serie; il film sinceramente non mi ha entusiasmato granché ma la storia in se ha del potenziale e quindi alla fine mi decido di guardare la serie. La storia parla di  J (Joshua) un diciassettenne che dopo la morte della madre per overdose è costretto suo malgrado a chiedere l'aiuto della nonna e degli zii che non vede da anni , unici famigliari rimasti nella sua vita. Suo malgrado perché la madre di J non era in buoni rapporti con loro e ha sempre cercato di tenere J lontano da loro. Ben presto J scopre che la nonna e gli zii non sono una famiglia convenzionale, una famiglia legata dalla criminalità e il denaro. Janine la nonna di J che tutti chiamano Smurf è una donna manipolatrice che cerca di legare i propri figli e suo nipote al proprio volere, il tutto per tenere in piedi questa specie di attività criminale a conduzione famigliare.Ellen Barkin l'attrice che interpreta Smurf è veramente straordinaria nel caratterizzare un personaggio sopra le righe, forte, astuto,orgoglioso e determinato; ma anche gli altri personaggi sono ottimi partendo da J che si scoprirà essere intelligente e astuto quanto sua nonna abituandosi ben presto alla sua "nuova famiglia", poi abbiamo gli zii ognuno con una sua peculiarità, personalità e dramma interiore che nel corso della serie riusciremo a scoprire tutti accomunatati dall'essere succubi e imprigionati dalla figura materna e ingombrante di Smurf.

Hap and Leonard: La serie che demolisce gli stereotipi.


VOTO: 8



Eccomi qui a commentare di nuovo una serie che non ha visto quasi nessuno in un blog che non leggerà nessuno. Serie che tra l'altro è tratta da un libro o meglio da una serie di libri. D'altronde oggi difficilmente riusciremo a trovare qualcosa che non sia tratta da un libro, un fumetto o una storia reale. Il panorama cinematografico tenderà ad investire sul sicuro su un qualcosa che ha già fatto successo in altri contesti o che facilmente possa riscontrare l'interesse del pubblico, vedi i fumetti. In questo caso la serie non ha riscontrato il successo sperato, portandola alla cancellazione dopo tre stagioni, ogni stagione è auto conclusiva e basata sulla serie di romanzi di Joe R.Lansdale. La storia tratta le avventure di Hap e Leonard due amici, che vivono in una piccola cittadina del Texas alla fine degli anni 80, loro malgrado si ritroveranno in situazioni difficili e pericolose da cui insieme cercheranno di uscirne. La vera particolarità di questa serie sta nel rapporto tra i due personaggi agli opposti ma inseparabili; da una parte abbiamo Hap un bianco con un debole per le donne, a cui non sa dire di no, e da un carattere sentimentale ; dall'altro abbiamo Leonard un afroamericano gay ,veterano del Vietnam burbero, dal carattere forte. Tutto questo è ambientato in quei tipici contesti rurali americani fuori dal mondo, con vite semplici e prive di aspirazioni. Vediamo quindi come gli stereotipi vengano completamente demoliti, come vengano esaltate le contrapposizioni non solo due amici che sono diversi in tutto etnia, orientamento sessuale ,carattere ma anche la loro amicizia in un contesto presumibilmente bigotto come quello di una piccola cittadina del Texas. Vediamo poi come questo rapporto sia veramente straordinario, una amicizia genuina viscerale quasi fraterna fatta di battute, consigli ma soprattutto di gesti nel sostenersi a vicenda, ma mai da risultare banale o melensa, te ne rendi conto dalle piccole cose, da un ottima sceneggiatura che rende tutto contestualizzato e credibile. I personaggi sono ben caratterizzati e si adattano bene al contesto rurale, tutto questo fa di questa serie un ottima serie che ti porterà ad amare i due personaggi e il loro rapporto di vera amicizia.

How not to live your life: recensione di una delle migliori sitcom inglesi


VOTO: 9


How not to live your life - recensione
Sicuramente la maggior parte di voi non conoscerà questa serie, probabilmente perché non è mai stata distribuita in Italia, fatto sta che è una delle migliori sitcom che io abbia mai visto. Sappiamo bene come le sitcom inglesi possano raggiungere vette incredibili e come abbiano un modo, e un gusto tutto loro di fare comicità; serie come The Office (scopiazzata poi dagli americani) o Coupling ne sono la prova. How not to live your life è una serie che parla di Don un simpatico cazzone (o meglio dire dickhead come lo chiama la nonna nel testamento) che si troverà in eredità una casa e un eccentrico badante di nome Eddie; il problema è che per tenersi la casa dovrà pagare il mutuo e quindi si vedrà costretto ad accogliere un inquilino, caso vuole che tra le persone (normali) che risponderanno all'annuncio c'è la sua cotta del liceo Abby, che però è fidanzata con Karl uno spocchioso snob. La serie ci porterà continuamente nella mente di Don, nei suoi pensieri e nelle sue fantasie più assurde, col tempo rimarremo affascinati e affezionati a questo personaggio sopra le righe che insieme agli altri si renderanno protagonisti di siparietti comici esilaranti. Straordinario anche il personaggio di Eddie che fa da contraltare con la sua estrema gentilezza, premurosità e innocente ingenuità. Ma tutti i personaggi secondari sono ben caratterizzati e riescono a esaltare la serie che è piena zeppa di detti, smorfie ,nomignoli che adorerete e vorrete fare vostre.

Dato che è una serie che va assolutamente vista e non c'è modo di reperirla, vi vengo incontro io e vi metto il link della 1 STAGIONE


Kingdom: recensione della serie coreana di Netflix


VOTO: 8.5

Kingdom + recensione + Netflix
Il panorama cinematografico coreano è oramai da diversi anni che riesce a proporre contenuti di alto livello che hanno riscosso un discreto successo anche in occidente, non a caso film come Parasite è riuscito a vincere l'oscar, film come Old Boy è diventato un vero e proprio cult, per non parlare di tutto il filone Horror che ha dato il via alla diffusione in occidente e linfa vitale al cinema coreano. In questo contesto Kingdom serie prodotta da Netflix rimane un po' in sordina nonostante si dimostri una serie di alto livello. La serie tratta di un' apocalisse zombie nel periodo medievale, ma non siamo di fronte al classico splatterone, o un horror orientale di pessimo gusto, ma siamo di fronte a un opera che affronta il tema zombie come una malattia da debellare, in un contesto di intrighi e lotte di potere in una sempre più crescente minaccia zombie. Kingdom  mantiene costantemente alto l'interesse  mostrandoci il protagonista, un principe ereditario che si ritroverà, da una parte a dover indagare su una misteriosa epidemia che sta tramutando le persone in zombie e dall'altra sventare cospirazioni e  attentati messi in atto per usurpare il trono del regno. Viaggiamo costantemente tra azione ,cospirazione e una patina di Horror che fanno di questo Kingdom attualmente una delle migliori serie Netflix. Anche il comparto tecnico è di buon livello dalla fotografia alla recitazione.

Invincible: recensione della serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman

Invincible + Prime video

VOTO: 8


Questa serie ha riscosso un discreto successo portando amazon a confermare una seconda e terza stagione, d'altronde il materiale non manca dato che è tratta dal fumetto di Robert Kirkman tra le altre cose ideatore del più celebre The Walking dead. Dirò la verità mi sono approcciato a questa serie senza conoscere il fumetto da cui è tratto, dato che non sono un grande estimatore dei fumetti americani; ma questa serie ha sicuramente dinamiche molto più affascinanti e interessanti dei vari Marvel o DC cinematic univerce, d'altronde anche il prodotto  The Walking Dead ha dinamiche e storie diverse dal classico supereroe. Approcci più interessanti e maturi li abbiamo visti anche in serie come The Boys o film come Watchman.



La serie è piena di cruda violenza e sangue, ma non è solo questo che rende la serie interessante, che la rende più vera , il rapporto che il protagonista ha con il padre, la visione completamente diversa che hanno avendo vissuto in due contesti e realtà differenti, l'essere supereroe non come  qualcosa di idilliaco ma più un peso una responsabilità inevitabile. Notiamo come il personaggio non è l'eroe che si scontra e vince , che si batte sempre per la giusta causa, al contrario come un normale essere umano cade rovinosamente sia emotivamente che fisicamente.

Dopo aver visto questa prima stagione la curiosità del seguito era troppo alta, quindi ho spulciato gli eventi successivi del fumetto e credo che le prossime stagioni sicuramente non deluderanno.



Però qualche pecca questa trasposizione animata se le porta. La prima cosa che mi ha fatto storcere il naso è l'animazione, sarà che vengo dall'animazione orientale ma in molti tratti la trovo poco curata, altra cosa il rapporto tra il protagonista e la sua ragazza a volte con dinamiche ripetitive e prolisse questo si è visto anche se in misura minore anche tra il padre e la madre del protagonista.(e per essere pignolo ma quante invasioni e calamità ha la terra?!)



Scelta geniale invece di non nominare mai il nome da eroe del protagonista ma mandare a schermo il nome a modo di intermezzo della puntata.


La mia top 6 delle migliori sigle anime

Oramai lo sappiamo bene specie per chi è appassionato; in Giappone l'animazione è un qualcosa di più di un prodotto rivolto ai soli ragazzi, molto spesso ci troviamo di fronte a opere con tematiche impegnative e profonde, personaggi ben strutturati e colonne sonore da rivaleggiare con film o serie tv di grandi produzioni.

E' per questo che porto 6 delle migliori sigle di apertura e chiusura degli anime che ho visto e apprezzato.

Naturalmente ho evitato di menzionare le sigle italiane del passato e dare spazio a sigle originali e più "recenti".


Wolf Rain- Sigla di apertura e chiusura

Inizio con Wolf Rain anime uscito in Italia nel 2004 nell'era d'oro di MTV, periodo in cui molti ragazzi si approcciavano all'animazione giapponese post mediaset anni 80-90. Anime a cui hanno lavorato gli stessi autori di Cowboy Bebop, cosa che si nota nella caratterizzazione dei personaggi e nell' ambientazione, oltre ad un atmosfera che risulta cupa e malinconica. Sicuramente un eccellente prodotto che però a mio avviso pecca in una trama poco convincente e incisiva. Naturalmente tra i pregi ci sono anche le musiche; la sigla di apertura e chiusura riflette in maniera evidente l'atmosfera e l'approccio dell'anime.






Ergo Proxy- Sigla di apertura

Ergo proxy capolavoro filosofico esistenziale dalle atmosfere futuristiche e a tratti cyberpunk, sicuramente non un opera per tutti,almeno dai pareri contrastanti che ha ricevuto, ma che fornisce un comparto tecnico e artistico di altissimo livello infatti non a caso di nuovo troviamo alcuni collaboratori che hanno lavorato a progetti che ho già citato come Cowboy Bebop e Wolf Rain. In questo caso la sigla di apertura e un piccolo gioiello anche graficamente parlando.





Psyco Pass- Sigla di apertura

Psyco Pass è un poliziesco anche questo ambientato in un futuro distopico che calca se pur in parte le orme di un mostro sacro come Ghost in the Shell.In questo caso le sigle di apertura sono più di una ma quella che a mio avviso risulta più incisiva e di impatto anche a livello grafico è questa





Death Note - Sigla di apertura e chiusura

Death Note opera che ha riscosso un grande successo, che ha saputo mescolare con sapienza misticismo,ingegno,doti investigative; dove i due protagonisti non si sfidano attraverso la forza bruta ma attraverso la loro incredibile intelligenza e astuzia. Le più interessanti tra le sigle proposte in questo anime, senza dubbio quelle di apertura e chiusura con una forte impronta Metal, scelta decisamente inusuale.






Beck: Mongolian Chop Squad- Sigla di apertura

Beck è l'anime per eccellenza che parla di musica, è quasi una logica conseguenza che le musiche siano di alto livello come d'altronde l'anime in se che vuole trasmettere lo spirito e la passione per la musica , la cultura e il fascino delle band.Beck ti porta in un viaggio agrodolce di un esperienza unica che senti fortemente di voler vivere.Naturalmente tutte le musiche di questo anime sono straordinarie da citare naturalmente Moon on the Water (da cantare alla luna) oltre la sigla di apertura






Cowboy Bebop- Sigla di apertura

Arriviamo all'ultima cioè Cowboy Bebop, capolavoro di fine secolo di cui si potrebbero tessere le lodi fino a domani , ma nello specifico le musiche raggiungono vette mai toccate dagli altri o quasi (vedi Beck), non stiamo parlando solo di sigle di apertura o chiusura qui stiamo parlando di un intero viaggio musicale che accompagna l'animazione di questo prodotto, la scelta curata e meticolosa nell' inserire musiche appropriate alle scene, la capacità di esaltare le emozioni come nostalgia,tristezza,gioia,rabbia,esaltazione.Bisognerebbe citare canzoni come Blue o Spoky Doky ma qui si parla di sigle e quindi Tank la sigla di apertura è un buon biglietto da visita per questo anime.





P.S So benissimo di aver lasciato dietro un classico come la sigla di apertura di Neo Genesis Evangelion, o altra roba che adesso non mi viene in mente ; ma come ho detto ho cercato di non tornare troppo dietro privilegiando il mio gusto personale e ciò che mi è rimasto più nel cuore.

Mad Men e i rapporti di genere


VOTO 7.5

Mad Men è molto più che una serie sul mondo della pubblicità; questo è solo la punta, il riflesso di temi più profondi, una visuale sulla società patriarcale degli anni sessanta, non solo le evidenti difficoltà e le lotte delle donne all'affermazione di loro stesse , ma anche quella continua competitività, quel dover costantemente dimostrare, e mantenere il proprio status da parte degli uomini. Mad Men è una rappresentazione straordinaria sui rapporti di genere, sulle loro battaglie e conflittualità. La scenografia è curatissima come lo stile dei personaggi un po' caricaturali che li rendono sempre molto affascinanti; lo dimostra il continuo bere e fumare dei personaggi maschili che riflette un po' lo stereotipo del sex symbol di quegli anni (alla Humphrey Bogart per intenderci).Devo dire però che alla lunga col passare delle stagioni ho perso interesse nella serie che per sua natura non è particolarmente ritmata, non ha una trama particolarmente avvincente e coinvolgente da  catturare  costantemente l'attenzione dello spettatore.
 


Phil Jackson - Eleven Rings : Il libro del maestro Zen


Phil Jackson + Eleven rings + libro +recensione


Per chi è amante del basket questo è uno di quei libri da non perdere e leggere assolutamente. Phil Jackson uno dei più grandi allenatori del basket a stelle e strisce racconta la sua storia all'interno del panorama nba sin dagli inizi, come giocatore e poi come allenatore di due dei più grandi e iconici giocatori di basket di tutti i tempi;  Michael Jordan e Kobe Bryant. Phil nel libro passa in dettaglio gli eventi più importanti, i rapporti con i giocatori , il suo approccio zen come filosofia di vita, applicata nel contesto nba e una lunga lista di aneddoti interessanti.

Discussione tra Phil Jackson e Dennis Rodman prima dell'ingaggio ai Bulls.
Gli espressi le mie preoccupazioni sulla sua reputazione di giocatore egoista. Disse che il suo vero problema a San Antonio era che era stufo di dover aiutare il centro David Robinson, che ,secondo Dennis, si faceva intimidire da Hakeem Olajuwon dei Rockets. <<Metà dei giocatori degli Spurs lasciavano le proprie palle nel freezer ogni volta che uscivamo di casa>>
Risi. E gli chiesi : <<Pensi di poter imparare l'attacco a triangolo?>>.
<<Oh si, per me non è un problema>> ,rispose. <<Il Triangolo è capire dov'è Michael e passargli la palla>>.
<<E' un buon inizio>> replicai.





La Meute


La-meute
VOTO 4.5

Charlotte si ferma a raccogliere l'autostoppista Max lungo la strada e decidono di bere un caffè assieme nel vicino ristorante “La spack” dallo stile inconfondibilmente western. All'interno del locale avviene una breve rissa con un gruppo di motociclisti, fermata dalla strana oste. Max si dirige al bagno per curarsi le lievi ferite ma una volta all'interno non ne uscirà più. Charlotte preccupata dall'assenza del nuovo amico tenterà di capire dove sia finito. La ricerca porterà a galla orrori che non sarebbero mai dovuti affiorare.


Possiamo dire che il film è deludente nonostante ciò si lascia guardare anche grazie all’incantevole protagonista Charlotte (Émilie Dequenne).
La sceneggiatura è scarna e redicola soprattutto all’inizio del film dove ci troveremo di fronte ad alcune scene al limite del comico aiutate dalla presenza di una serie di stereotipi, pian piano però il film prende corpo soprattutto nella parte centrale dove ci si trova davanti ad un bel colpo di scena che spiazza lo spettatore virando da una trama che sarebbe stata fin troppo banale e fin troppo prevedibile.
Nonostante ciò il ritmo è lento e anche nelle scene che avrebbero dovuto richiedere maggior tensione sono noiose e lasciano allo spettatore come un senso di insoddisfazione.
“La Meute” vuole essere originale ma non ci riesce più di tanto vuole essere tante cose ma senza alla fine essere niente di così incisivo da emergere nel mare della mediocrità.

Come in uno specchio: Il "silenzio di Dio" di Ingmar Bergman

Come in uno specchio +Ingmar Bergman +recensione

Voto 8.5

Quattro persone sono riunite su un’isola disabitata del Mar Baltico: David, un maturo scrittore; sua figlia Karin, da poco dimessa da una clinica psichiatrica; il marito di Karin, Martin, di professione medico; e il fratello minore di Karin, Minus, un ragazzo adolescente alle prese con i turbamenti della pubertà. Ma nel corso della giornata, il fragile equilibrio mentale di Karin si incrina definitivamente…


Devo dire che questo è il film più metafisico di Bergman che ho visto, e dato che il cinema di Bergman è già di per se metafisico, intuirete che la sua visione non è poi cosi leggera.


Infatti il film procede molto lentamente focalizzandosi solo ed esclusivamente sulle angosce dei protagonisti e in special modo di Kårin ragazza affetta da una forma di schizofrenia.


Questo è il primo di una trilogia dedicata al “silenzio di Dio” tema molto caro a Bergman dato che anche nel “Il Settimo sigillo” ne si parla esplicitamente.

Il film vuole mettere in evidenza l’inafferrabile presenza di Dio; il suo volto celato agli occhi dell’uomo.  


Una delle scene più significative del film è quella in cui Karin nei suoi deliri attende la visione di Dio ma ne scorge un ragno che tenta di possederla senza pero alla fine riuscirci.

In conclusione direi che questo non sia il miglior film per approcciarsi a Bergman dato che ne si percepisce l’angoscia e faticosamente ne si intuisce il senso a causa delle scene molto astratte, il finale in una bellissima scena protagonisti padre e figlio mette un pò di luce sull’argomento. 



Curiosità:
-Premio Oscar come miglior film straniero 1962


-Il titolo della pellicola è ripreso da un verso della Bibbia, tratto dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: “Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia”. Nella loro ricerca di Dio, gli esseri umani possono solo limitarsi a guardare in uno specchio scuro, incapaci di comprendere con chiarezza il mistero della Fede.

Monologo "Will Hunting genio ribelle" - Robin Williams (Sean McGuire)

Pensavo a quello che mi hai detto l’atro giorno riguardo al mio dipinto, sono stato tutta la notte a pensarci, poi ho capito una cosa e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo e da allora non ho più pensato a te. Sai cosa ho capito? Sei solo un ragazzo, tu non hai la minima idea delle cose di cui parli. Non sei mai stato fuori posto, se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti..: Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto.. mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? Ancora una volta sulla breccia cari amici??.... ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto. Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto, ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile.. non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te. Non sai cos'è la vera perdita, perché; questa si verifica solo quando ami qualcosa più di te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo? Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti?...... Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa, non c'è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo.A meno che tu non voglia parlare di te. Di chi sei. Allora la cosa mi affascina. Ci sto. Ma tu non vuoi farlo vero Campione?....Sei terrorizzato da quello che diresti. ... A te la mossa Capo




Robin Williams in “Will Hunting”

Emil Cioran – Un Apolide Metafisico : Intervista estratto sulla coscienza


un apolide metafisicoOgni coscienza è sicuramente coscienza della sofferenza, non è cosi? Lei scrive, in Accenni di Vertigine: <<Se si arrivasse a essere cosciente degli organi, di tutti gli organi, si avrebbe una esperienza e una visione assoluta del proprio corpo, il quale sarebbe cosi presente alla coscienza che non potrebbe più compiere i servizi ai quali è  costretto: diventerebbe esso stesso coscienza e cesserebbe in tal modo di svolgere la sua funzione di corpo>>.



Credo che ognuno di noi possa aver fatto questa esperienza. E’ evidente che la nostra fortuna è per l’appunto la solita storia della Bewusstsein als Verhangnis, della coscienza come fatalità, come pericolo. E’ chiaro che la coscienza è veramente nemica della vita. Si sa che appena siamo coscienti di un movimento (lo dice Kleist in Sul teatro di marionette) non possiamo più farlo. Lo facciamo male.
Quando ci si analizza,quando si pensa al proprio corpo, quando si pensa ai propri occhi, a ogni cosa, di colpo ci si domanda: ma com’è possibile…? Si ha l’impressione che niente possa più funzionare. Che tutto sia privo di senso. Che gli organi stiano per dare le dimissioni, stiano per ritirarsi. Attraverso l’inazione si può giungere a una sorta di coscienza totale dei propri organi, ma è un esperienza che non è né raccomandata né raccomandabile. E’ estremamente pericolosa, e può portarci soltanto al tracollo. E’ molto probabile che le persone che si interrogano di continuo sul loro meccanismo fisico siano depresse proprio per questo, per il fatto di essere coscienti dei propri organi. Non si deve assolutamente esserlo. Potrei scendere nei dettagli, ma credo sia meglio di no.



emil cioranMa allora per far cessare la sofferenza che si accompagna alla coscienza bisognerebbe sopprimere tutta questa coscienza, questa coscienza che ci fa percepire anche quello che ci fa piacere, quello che ci fa bene. Ma non sarebbe come gettare il bambino insieme all’acqua del bagno? Se si è cosi dolorosamente coscienti delle cose, si ha solo la scelta tra l’oblio e l’illusione. Per sfuggire alla sofferenza non ci resta dunque altra soluzione che sopprimere la coscienza ?



Non si può sopprimerla. Se si votato alla rovina, se ad esempio persiste in te l’istinto di distruzione, non hai scampo, sei spacciato. Certo si può sempre crollare, il crollo è una soluzione.Ma non si può essere padroni del proprio corpo. Penso ad una cosa che mi è capitata molto di recente. Due settimane fa ho ricevuto una lettera. Avevo un amico che faceva il fotografo. Non era un filosofo, aveva letto pochissimo, ma era un uomo totalmente privo di illusioni. L’ho conosciuto alla fine della guerra. Quando parlavo con lui, a volte mi sentivo un ingenuo. E quest’uomo, a sessant’anni ha sposato una ragazza e avuto un figlio. Allora gli ho detto: <<Ma insomma, lei che non si fa illusioni su niente, come ha potuto fare una cosa simile?>>. E lui: <<Eppure è successo, mi sono invaghito di questa donna…>>. Trovo che la cosa veramente bella della vita sia aver perso ogni illusione e ciononostante fare un atto di vita, essere complici di una cosa come questa.Essere in totale contradizione con quello che si sa. E se la vita ha qualcosa di misterioso è appunto questo, che pur sapendo ciò che si sa, si è capaci di compiere un atto che va contro il proprio sapere. E devo dire che quel fotografo era davvero una persona molto seria, ci fu un periodo in cui ci vedevamo spesso, ma poi ci siamo persi di vista, l’ultima volta che ci siamo incontrati è stato sette anni fa, perché lui, essendo un ebreo tedesco, è tornato in Germania. E mi ha fatto una grande impressione ricevere la lettera di suo figlio, che il giorno stesso della morte del padre mi scrive: <<Prima di morire mio padre ha pensato a lei, e mi ha chiesto di scriverle due righe,>> – glielo racconto per vanità – <<i suoi libri lo hanno accompagnato in tutti questi ultimi anni>>. Quando si riceve una lettera simile viene da pensare che in fondo valga la pena di scrivere, ci si sente giustificati, se vuole. Perché quell’uomo che aveva superato tutto, che non credeva assolutamente più in niente, che aveva potuto innamorarsi e commettere quell’atto imprudente che è il matrimonio e avere un figlio… questa contraddizione fra il proprio sapere e le proprie azioni dona alla vita una dimensione misteriosa e in un certo senso la riscatta.Non credo che valga la pena lanciarsi in grandi teorie metafisiche su cosa sia il mistero ecc.., questo è il mistero: che si possa fare qualcosa che è in contraddizione con tutto ciò che si sa. Una sorta di avventura, e quindi di follia.   

Top 10 dei film più belli dal 2000-2010



Ecco a voi la mia personale classifica dei 10 film più belli realizzati dal 2000 al 2010 (non sono in ordine di gradimento).




Dogville

Dogville appare come una tranquilla e amorevole cittadina ma l’improvvisa apparizione di una ragazza in fuga di nome Grace portano alla luce tutte le paure e le debolezze dell’essere umano.
Il film pone l’accento sulle emozioni i desideri e gli istinti dell’uomo che per sua natura lo portano a commettere azioni orribili.
Il titolo Dogville è emblematico per mettere a paragone i cittadini a dei cani(animali) che seguono la loro natura . La scenografia spoglia quasi teatrale arricchiscono il film nella sua drammaticità e esaltano il significato profondo del film.

Dogville +recensione +classifica
Il Mercante di Venezia

C’è poco da dire il film è tratto dall'omonima opera teatrale di William Shakespeare interpretata magistralmente da due mostri sacri del cinema come Al Pacino e Jeremy Irons.

E’ incoraggiante vedere come il teatro a volte può essere portato sul grande schermo con ottimi risultati. 

Il mercante di venezia +recensione +classifica
Donnie Darko



Anche grazie alla sua miscela di esoterismo e fantascienza, Donnie Darko si presenta come un film che possiede più livelli di lettura, un film aperto a molte interpretazioni.
E’ una pellicola che esercita un notevole fascino, per via della presenza del cupo protagonista, Donnie (ottimamente interpretato da Jake Gyllenhaal) e alla luce sinistra emanata da tutto il film. Si fa esplicito riferimento al mondo giovanile, senza però concentrarsi eccessivamente sulle solite tematiche. Bravi anche il compianto Patrick Swayze, nel ruolo del motivatore Jim Cunningham, e Noah Wyle (l’ex Dottor Carter di ER-Medici in prima linea), nel ruolo del prof. Kenneth Monnitof.

donnie darko +recensione +classifica
Angel-A



Andrè è un magrebino che deve soldi a mezza Parigi. Preso dallo sconforto pensa di suicidarsi buttandosi da un ponte, è a questo punto che incontra Angela  ragazza che lo spingerà a guardare dentro se stesso per  far emergere la bellezza che è in lui.Angel-a è un film tutto cuore e sentimento che ti induce ad essere te stesso ad amare e  ad amarsi senza imposizioni sociali senza costrizioni.

angel-a +recensione +classifica
La Pianista



Un film che non ti molla cuore e testa per un solo attimo, suscitando molti imbarazzi e paure. Non un film sul sesso bensì un affresco iperrealista sulla sofferenza umana. Solo la prima buccia della storia parla di carne e di sangue: un'insegnante di piano tutta conservatorio-casa (con la mamma anziana che favorisce la sua repressione interiore) nasconde, sotto la gelida scorza intellettuale, la perversione più pura. Un film che dimostra le tragiche conseguenze della repressione, del non poter esprimere se stessi di arrivare al punto di ergere un muro sulle proprie emozioni e di sfogarle ferocemente solo di nascosto. Una realtà intima, piena di sofferenza, masochismo e solitudine.

la pianista +recensione +classifica
L’uomo senza sonno

L'operaio di fabbrica Trevor Reznik non riesce a dormire da un anno: il suo fisico è oramai stremato dalla mancanza di riposo e di energie. Nella sua mente cominciano ad affiorare allucinazioni e manie di persecuzioni da parte di un certo Ivan.

Tutto questo lo porterà a scavare dentro se stesso alla scoperta della causa dei suoi mali.

L' uomo senza sonno +recensione +classifica
Non è un paese per vecchi


La storia comincia quando Llewelyn Moss (Brolin) trova un camioncino circondato da cadaveri. Un carico di eroina e due milioni di dollari sono ancora nel portabagagli. Prendendo i soldi, Moss fa partire una reazione a catena di catastrofica violenza che lo porterà alla fuga da uno spietato killer. Il film è di una secchezza sterile, non ci sono musiche di sottofondo, la morte diventa un qualcosa di reale, di quasi palpabile, le atmosfere desolanti ma affascinanti portano ad immergersi nel significato profondo del film.

Non e un paese per vecchi +recensione +classifica
The Woodsman



Il film racconta le vicende di Walter appena uscito di prigione dove ha scontato una pena di dodici anni per aver molestato una bambina. Tornato al suo vecchio lavoro cerca di sopravvivere con il pesante fardello del suo passato. Il suo è un tentativo di percorso di riabilitazione sociale ma soprattutto interiore. "Quand'è che sarò normale?" è la domanda ricorrente che Walter pone allo psicologo che frequenta settimanalmente e alla quale solo l'affetto disinteressato di Vickie (Kyra Sedgwick) e il suo amore senza condizioni riesce a dare delle risposte che aiutano. Il resto è diffidenza se non malevolenza verso chi si è reso autore del più odioso dei crimini. Il film è un turbinio di emozioni che portano lo spettatore a guardare il pedofilo da una diversa angolazione non solo carnefice ma anche vittima di una patologia.


The Woodsman +recensione +classifica

I segreti di Brokeback Mountain

Nell'America rurale dei primi anni 60, dove la cultura dei ranch e dei rodeo sopravvive anacronisticamente, vivono due uomini dall'identità oscura e tormentata e dall'inclinazione sessuale inammissibile in una società machista e bigotta come quella a cui appartengono. Due gay più o meno inconsapevoli, in due corpi rudi e muscolosi. Due personalità agli antipodi. Uno è più solare, apparentemente volubile ed innamorato della vita e soprattutto meno incline a nascondere la sua natura dietro la rispettabilità delle convenzioni. L'altro sembra portarsi dentro un peso insopportabile che lo rende tremendamente cupo ed introverso, quanto duro e represso nell'esternare qualsiasi sentimento.


Una delle storie d’amore più belle degli ultimi 20 anni del cinema, un film intimo e suggestivo, dalla rara forza emozionale e da un raffinatissimo fuori campo.


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Ferro 3

Tae-Suk è un giovane che trascorre le sue giornate entrando nelle case lasciate vuote occasionalmente dai proprietari. In una sfarzosa villa viene a contatto con una donna maltrattata dal compagno, da qui l'inizio del condividere. Quando si dice “un gesto vale più di mille parole”, ecco questo film è cosi; i dialoghi sono quasi inesistenti ma si riesce a percepirne la poesia, ogni gesto è emozione. 
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Monologo "Apocalypto" - Espiridion Acosta Cache (Il vecchio cantastorie)

“E un uomo sedeva da solo. Sprofondato in una grande tristezza.
Tutti gli animali si avvicinarono a lui e gli dissero: <Non ci piace vederti cosi triste, chiedici quello che vuoi e lo avrai>.
L’uomo disse: “Voglio avere una buona vista”. L’avvoltoio rispose: <avrai la mia>. L’uomo disse: <Voglio essere forte>. Il giaguaro rispose: <Sarai forte come me>. Allora l’uomo disse: <Vorrei tanto conoscere i segreti della terra>. Rispose il serpente:<Te li mostrerò>. E cosi fu con tutti gli animali. E quando l’uomo ebbe tutti i doni che loro potevano dargli se ne andò. E il gufo disse agli altri animali: <Ora l’uomo sa molto ed è capace di fare molte cose. Improvvisamente ho paura> Il cervo disse: <L’uomo ha tutto quello di cui ha bisogno. Ora non sarà più triste> Ma il gufo disse: <No. Io ho visto un buco nell’uomo profondo come una fame che mai si placherà, questo lo rende triste e lo spinge a desiderare. Lui continuerà a prendere e a prendere finché un giorno il mondo dirà:“non esisto più e non ho più nulla da dare”>”




Espiridion Acosta Cache in “Apocalypto”

Monologo "Braveheart - Cuore impavido" - Mel Gibson (William Wallace)

“Figli di Scozia; io sono William Wallace <<William Wallace è alto 2 metri>> Si l’ho sentito dire, e uccide i nemici a centinaia, e se ora fosse qui distruggerebbe gli inglesi con palle di fuoco dagli occhi e fulmini davanti  dal culo. Sono io William Wallace e ho dinanzi agli occhi un ‘intero esercito di miei compatrioti decisi a sfidare le tirannie, siete venuti a combattere da uomini liberi e uomini liberi siete, senza libertà cosa farete? Combatterete? <<Contro quelli no. Fuggiremo e resteremo vivi>>Certo chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un pò, agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l’occasione solo un’altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà.” 




Mel Gibson in “Braveheart”

Monologo "Angel-A" - Rie Rasmussen (Angel-a)

“Guarda nello specchio e dimmi cosa vedi ? Guarda nello specchio ho detto, che cosa vedi? <<Vedo.. una donna stupenda>> Grazie, e accanto a lei che cosa vedi ? <<Non lo so>> Ah!! bene fai progressi <<Tu dici ?>> Si, prima vedevi solo merda adesso almeno non vedi niente, vuol dire che hai fatto pulizia ma ora dobbiamo metterci qualcosa in questo niente non si può lasciare cosi su guarda bene davanti a te c’è niente che t’ interessa in questo bel viso <<Non molto, no>> Guarda bene nei tuoi occhi, che cosa vedi ?  <<Un… un…un certo,un certo garbo>> Oh si ce ne ce ne molto e poi <<Gli occhi non sono male>> C’è bellezza esatto , sono belli e poi <<Forse anche un pò di dolcezza>> Oh si, molta. E c’è amore? <<Si , c’è molto amore, si .Troppo forse>> Se è troppo facciamolo uscire. Dimmi che mi ami <<Come?>> Non mi ami?<<Si, perché? insomma provo, provo un certo, un certo affetto però può essere anche amicizia che..che>> Mi ami o non mi ami? <<Dal primo giorno, dal primo istante>> Bè allora dillo  <<è…è difficile dirlo>> Lo sai perché ? <<No>> Perché a te non  l’ha mai detto nessuno, vero? E’ difficile amarsi se nessuno ti rimanda l’immagine<<Si>> Ti amo André. Visto? Hai ricevuto amore , adesso puoi dare amore anche tu. Forza <<Ti amo Angel-a o comunque ti chiami>> Hai ragione, dillo  ancora senza il nome <<Ti amo>> Bravo. E adesso guardati bene e dillo <<Non ci riesco >> Siii che ci riesci , guarda il tuo corpo, straziato dalla mancanza d’amore, di fiducia, non vedi che merita che qualcuno  si occupi di lui, allora non rifiutare questo corpo ferito che ti ha sopportato per tanto tempo senza mai lamentarsi, digli quant’è importante, quanto conta, dagli ciò che merita <<Ti amo André, ti amo >>Sono fiera di te André.”



Rie Rasmussen in "Angel-A"

Monologo "Il posto delle fragole" - Gunnar Björnstrand (Evald Borg)

Lo sai che io non voglio bambini, perciò sai che dovrai scegliere tra me e lui <<Povero Evald>> Non c’è nulla da compatirmi. La vita è una cosa assurda ed è bestiale mettere al mondo dei figli con la sciocca speranza che potranno vivere meglio di noi <<Queste sono tutte scuse>> Chiamale come vuoi. Io stesso fui un figlio non desiderato di un matrimonio che era la copia dell’inferno; un figlio di chi sa quale padre <<Ma non mi sembra una ragione sufficiente per comportarti come un bambino>> Devo essere in clinica alle tre e non ho ne il tempo ne la voglia di continuare questa discussione << Sei un vigliacco>> Si, ne convengo; quando penso alla vita ho un senso di nausea e non voglio responsabilità che mi leghino ad essa più di quanto lo sia già, parlo sul serio e non si tratta di una forma di isterismo come forse hai sempre creduto <<Quello che dici è male>> Il bene o il male non esistono, ma solo le necessità e si vive secondo le proprie esigenze.<<E quali sarebbero?>> Tu hai un dannato bisogno di sentirti viva , di vivere di esistere in pieno e di creare la vita << E tu invece?>> Io vorrei essere morto , completamente morto.



Gunnar Björnstrand in “Il posto delle fragole”

Monologo "Basta che funzioni" - Larry David (Boris Yellnikoff)

“Ma qual è il significato di tutto? Niente, zero, nulla. Tutto finisce in niente. Anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me, io una visione ce l’ho. Sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv. Tutti molto felici di fare chiacchiere, completamente disinformati. Morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute… Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere non voglio vivere! Io detesto la frutta e la verdura.
E i vostri Omega 3, e il tapis roulant, e l’elettrocardiogramma, e la mammografia, e la risonanza pelvica, e.. oh mio Dio, la colonscopia! E con tutto ciò arriva sempre il giorno in cui vi ficcano in una scatola. E avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita, e decideranno per voi quello che è appropriato.
Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano. E lo potete biasimare? Con l’orrore, e la corruzione, e l’ignoranza, e la povertà, e i genocidi, e l’Aids, e il riscaldamento globale, e il terrorismo, e quegli idioti dei valori della famiglia, e quei maniaci della armi! L’orrore, dice Kurtz alla fine di Cuore di tenebra. L’orrore. E, beato lui, non distribuivano il Times nella giungla. Sennò l’avrebbe visto l’orrore. Ma che si può fare? Leggete di qualche massacro nel Darfur, o di uno scuolabus fatto esplodere, e attaccate: “Oh mio Dio, l’orrore”. E poi girate pagina e finite le vostre uova di galline ruspanti. Perché tanto che si può fare? Si è sopraffatti.
Anch’io ho tentato di suicidarmi. Ovviamente non ha funzionato. Ma perché mai volete sentire queste cose? Cristo, avete già i vostri di problemi. Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni. Dalle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose. Dai vostri falliti affari. Ah, se solo avessi comprato quelle azioni. Se solo avessi comprato quella casa anni fa. Se solo ci avessi provato con quella donna… Se questo, se quello… Sapete una cosa? Risparmiatemi i vostri “avrei potuto” o “avrei dovuto”. Come mia madre diceva sempre: se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza. Mia madre le ruote non le aveva: aveva le vene varicose. Eppure la signora ha partorito una mente brillante: mi hanno preso in considerazione per il Nobel per la fisica. Non l’ho ottenuto, però si sa: è tutta politica, come ogni altra finta onorificenza. Detto tra noi? Non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di una insensata e barbarica civiltà sono stato piuttosto fortunato. Ho sposato una bella donna che ricca di famiglia. Per anni abbiamo vissuto a Big Man place. Insegnavo alla Columbia: teoria delle stringhe.”



Larry David in “Basta che funzioni”

Monologo “Fight Club” - Brad Pitt (Tyler Durden)

Sai cos’è un piumino? <<Una trapunta.>>
Una coperta. Solo una coperta. Perchè due come te e me sanno cos’è un piumino… è essenziale alla nostra sopravvivenza, nel senso cacciatore e raccoglitore? NO. Allora cosa siamo?
<<Siamo consumatori?>>

Esatto! Siamo consumatori. Siamo i sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona. Omicidi, crimini, povertà, queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa, sono le celebrità sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per i capelli, il Viagra…
<<L’arredatrice>> poche calorie ……<<Marta Stewart.>>
Fanculo Marta Stewart! Marta sta lucidando le maniglie sul Titanic, va tutto a fondo bello! Perciò vaffanculo tu e il tuo divanetto a strisce verdi Omar Shab della String. Io dico: non essere mai completo… io dico: smettila di essere perfetto… io dico dai: evolviamoci! Le cose vadano come devono andare… Per me, eh! Forse potrei sbagliarmi, forse è una terribile tragedia…
<<No, no, sono solo oggetti, non è una tragedia …>>
Beh, hai perso un sacco di soluzioni versatili per il vivere moderno, amico …
<<Cazzo hai ragione… no non fumo, si e poi la mia assicurazione coprirà tutto, perciò…….che c’è?>>
Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.



Brad Pitt in “Fight Club”

  © Il Monologo

 

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